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eHealth, ecco come il digitale può cambiare la Sanità

Le sfide che interessano il mondo sanitario possono essere affrontate soltanto con un massiccio ricorso alle nuove tecnologie digitali, che possono consentire di disegnare nuovi servizi a misura di paziente. Il ruolo e le prospettive di un attore come Vodafone Business

Il settore sanitario è chiamato a una forte trasformazione per far fronte alle sfide che si troverà ad affrontare nel prossimo futuro. Prima tra tutte conciliare la spesa con i servizi offerti alla collettività: il fabbisogno sanitario statale è infatti progressivamente cresciuto, passando dai 71,3 miliardi del 2001 ai 114,5 del 2019. Un progresso che è innanzitutto frutto dell’aumento del numero di italiani portatori di almeno una malattia cronica, che oggi sono il 40% della popolazione, mentre il 21% soffre di più di una patologia cronica e ha bisogno di assistenza costante nelle strutture sanitarie. Numeri e percentuali che, dato il previsto invecchiamento demografico della popolazione, sono destinati inevitabilmente a peggiorare. Inoltre, la crisi legata al Covid-19 ha mostrato da un lato la grande professionalità del personale sanitario, ma anche tutti i limiti di un sistema ancora troppo ancorato a logiche e modelli organizzativi del passato. 

Il ruolo delle nuove tecnologie

Diventa quindi fondamentale avviare una rivoluzione digitale del settore sanitario: connettività, applicazioni, intelligenza artificiale e tutte le altre tecnologie digitali rendono infatti possibile adottare e implementare nuovi livelli di intervento, assistenza e cura dei pazienti, consentendo peraltro alle strutture sanitarie di risparmiare tempo e risorse.  Non a caso, sempre più spesso si parla di eHealth e Telemedicina, ovvero di una sanità di nuova generazione, abilitata dai dati e dalla rapidità di trasmissione della connettività. 

Cosa dice la normativa

La necessità di una svolta di questo tipo è spinta e incoraggiata anche dalle Istituzioni. Nel 2018 la Commissione Europea aveva sollecitato il Parlamento Europeo ad agire nell’ottica di una trasformazione digitale del settore sanitario. Nel testo si può leggere come “I costi pubblici relativi alla sanità e all’assistenza a lungo termine sono in crescente aumento negli Stati membri dell’UE e si prevede che continuino a seguire questo andamento. Se progettate adeguatamente, e implementate in modo efficace sotto il profilo dei costi, le soluzioni sanitarie e assistenziali digitali possono accrescere il benessere di milioni di cittadini e cambiare radicalmente il modo in cui i servizi sanitari e assistenziali vengono forniti ai pazienti”. Nel nostro Paese, lo scorso 17 dicembre è stato definitivamente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il documento “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”. Il testo fornisce indicazioni chiare sulle prestazioni che possono essere erogate in un ambito importante della smart health, sulle prestazioni di supporto e sulle prestazioni integrative, accanto a una visione dei servizi che possono sostituire la prestazione sanitaria tradizionale, nella prospettiva di definire delle “nuove prassi”. 

La telemedicina nell’era del Covid-19

Un documento che, non a caso, arriva in seguito alla pandemia da Covid-19, che ha reso ancora più evidente come sia ormai fondamentale indirizzare l’intero sistema sanitario verso un paradigma più “digitale” e contemporaneamente più resiliente. Permettendo, ad esempio, di seguire da remoto i pazienti senza per questo peggiorare il livello di assistenza. Nei giorni dell’emergenza sono state fatte tutta una serie di sperimentazioni in tal senso, tanto che - secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità – il 51% dei medici di famiglia ha dovuto lavorare e seguire i propri pazienti il più possibile a distanza, mentre le Regioni, a loro volta, hanno fatto il più possibile per accelerare sulla telemedicina.
 

Le applicazioni concrete della telemedicina

Ma quali sono le applicazioni concrete della telemedicina? Pensiamo alle apparecchiature presenti comunemente nelle strutture ospedaliere, come sfigmomanometri, pulsossimetri, termometri, elettrocardiografi e bilance: questi dispositivi possono essere “smartificati”, brutta espressione che riconduce alla possibilità di “renderli intelligenti”, cioè permette di attivare forme di comunicazione e connessione tramite schede SIM dedicate. Ma l’eHealth si rivela importante anche quando non è prevista la fase di ospedalizzazione: nel trattamento delle malattie croniche, per esempio, l’utilizzo di dispositivi indossabili (wearable) in abbinamento a un’App per smartphone permette di acquisire di continuo i dati relativi a parametri rilevanti, senza che i pazienti si debbano recare fisicamente dai medici di base o in ospedale. 

Il 5G al servizio della telemedicina

La velocità di trasmissione di questi dati e parametri può essere notevolmente incrementata grazie allo standard 5G che, non a caso, è al centro di numerosi progetti di telemedicina. I dati sono poi raccolti da piattaforme software dedicate, che forniscono al medico un quadro puntuale sull’esito delle misurazioni e, laddove previsti, attivano degli alert in caso di mancata aderenza rispetto al piano diagnostico terapeutico definito dal medico specialista. Questo impianto è generalmente affiancato da un contact center dedicato, che si occupa di contattare i pazienti e coinvolgere il medico specialista in caso di necessità.  

I vantaggi della telemedicina

Ma quali sono i vantaggi della telemedicina? L’eHealth è in grado di assicurare indubbi vantaggi alla collettività, ai singoli pazienti e al personale sanitario. Tra questi l’abbattimento del costo di erogazione dei servizi, senza per questo scendere a compromessi sulla qualità delle prestazioni. Un ulteriore vantaggio risiede nel ribaltamento dell’ottica della gestione pubblica della salute, spostando il focus dalla cura delle patologie alla loro prevenzione. Infine, la digitalizzazione consente di migliorare la qualità della vita (e della degenza) del paziente, che sarà meglio informato rispetto alle proprie condizioni di salute e potrà beneficiare così di diagnosi più accurate e trattamenti terapeutici meno invasivi. Vodafone, a partire dalla sua forte competenza sulle reti di nuova generazione e nello standard 5G, in questi anni ha realizzato numerosi progetti concreti di digitalizzazione dei servizi sanitari, affiancando strutture ospedaliere pubbliche e private, medici e operatori sanitari. Ad esempio, grazie alla rete 5G di Vodafone, un chirurgo ha potuto operare un paziente da una sede remota utilizzando laser telecontrollati e pinze manipolatrici. Più ad ampio raggio, grazie anche a partnership selezionate, Vodafone è oggi in grado di erogare un’offerta completa che comprende piattaforme software, dispositivi IoT connessi, infrastruttura di elaborazione dati in cloud e connettività mobile e fissa di qualità. Grazie a questa piattaforma, le strutture sanitarie possono beneficiare di servizi di telemedicina in maniera flessibile, sicura e integrata, garantendo al contempo un aspetto decisivo come la qualità dei servizi e la tutela dei dati personali. L’impegno di Vodafone nell’eHealth rende insomma possibile lavorare nell’ottica di una medicina territoriale di qualità, in direzione della deospedalizzazione e della digitalizzazione dei servizi sanitari. 
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