La capacità di remotizzazione i servizi sanitari è uno dei pilastri del nuovo modello di sanità pubblica definito dal PNRR. Le tecnologie digitali facilitano la deospedalizzazione garantendo la continuità di cura a domicilio, azzerano quindi di fatto le distanze tra medico e paziente migliorando sensibilmente la qualità della vita dei malati cronici.
La telemedicina è l’area su cui si concentra maggiormente l’interesse dei decisori politici, che hanno convogliato su quest’area circa 1 miliardo di risorse nell’ambito delle assegnazioni del PNRR. Ma cosa è di preciso la telemedicina? Si tratta di una categoria di servizi piuttosto ampia, che secondo l’
Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano fa riferimento a 7 diverse prestazioni:
- Telerefertazione: relazione digitale o digitalizzata rilasciata da uno specialista o da un medico.
- Televisita: interazione a distanza tra medico e paziente per attività di diagnosi, definizione del percorso terapeutico e controllo.
- Teleconsulto: confronto tra diversi medici e specialisti condotto a distanza.
- Teleconsulenza: confronto a distanza tra professionisti non medici (osteopati, fisioterapisti…).
- Teleassistenza o teleriabilitazione: interazione a distanza tra paziente e professionista (logopedista, fisioterapista, infermiere).
- Telemonitoraggio: rilevazione a domicilio e trasmissione dei parametri vitali del paziente per scongiurare il pericolo di aggravamento improvviso delle condizioni cliniche.
In epoca di pandemia, il ricorso alla telemedicina è aumentato sensibilmente soprattutto nella componente delle televisite, passate dal 15% al 39% del totale. Secondo gli esperti dell’Osservatorio sarebbe possibile remotizzare almeno 1 visita su 5 per i pazienti cronici, con un risparmio per gli specialisti di circa 66 milioni di ore in spostamenti evitabili. Tra i servizi di telemedicina più utilizzati ci sono attualmente il
teleconsulto (praticato dal 47% degli specialisti e dal 39% dei medici generici), il
telemonitoraggio (28% di specialisti e 43% di medici generici). Meno diffusi invece la
televisita con lo specialista (8%) e la
teleriabilitazione (6%).
La maggior diffusione di questi nuovi modelli di assistenza è stata favorita, in particolare, dai progressi compiuti sul fronte delle tecnologie di connettività mobile 5G, Big Data Analytics, Real Time Analytics, intelligenza artificiale, cloud e IoT.
All’evoluzione del contesto tecnologico-digitale è associata a un’
evoluzione del profilo normativo, che di fatto oggi assimila televisita, teleconsulto e
teleriabilitazione alle corrispondenti prestazioni in presenza anche sotto il profilo dei rimborsi riconosciuti ai fini fiscali.
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