Digitalizzazione
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PNRR Sanità: i benefici della telemedicina

Cosa è la telemedicina e perché è al centro della riforma del Servizio Sanitario Nazionale. Il ruolo del PNRR Sanità per lo sviluppo della medicina territoriale.

Ribaltare il paradigma dell’assistenza sanitaria portando non più il paziente nel luogo deputato alla cura (l’ospedale) ma piuttosto la cura nel luogo in cui vive il paziente. Ridisegnare i modelli terapeutici plasmandoli sulle necessità e le abitudini di ogni paziente. Puntare sul digitale per garantire maggior efficienza a tutto il sistema sanitario. Questi, in estrema sintesi, gli obiettivi della maggior parte degli interventi contemplati dal PNRR Sanità. Il Covid ha messo a nudo tutti i limiti di un sistema sanitario che per decenni ha investito più sulla cura che sulla prevenzione, prestando scarsa attenzione alla medicina territoriale e domiciliare. Proprio quella medicina territoriale che è oggi al centro dei percorsi d’innovazione tracciati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il ruolo del digitale nella nuova sanità

Il legislatore attribuisce al digitale un ruolo centrale nell’evoluzione del SSN verso nuovi modelli non solo più inclusivi, quindi in grado di servire una la platea più ampia di cittadini, ma anche economicamente più sostenibili. Le ultime stime di NetConsulting cube indicano che la spesa per la sanità digitale italiana passerà dai 3,5 miliardi di euro del 2021 a oltre 4 miliardi a fine 2022. Una crescita trainata soprattutto dal volano di investimenti innescato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che secondo la stessa fonte si stanno indirizzando soprattutto verso la telemedicina, la modernizzazione delle applicazioni, la digitalizzazione e conservazione a norma dei documenti, il rinnovamento delle reti e delle infrastrutture.

La spinta del PNRR Sanità allo sviluppo della medicina territoriale

La pandemia ha investito come uno tsunami il sistema sanitario nazionale confermando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza della salute come valore primario per ogni individuo. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza inefficienze e sprechi, disparità sociali e territoriali, errori di programmazione e investimento di un SSN, quello italiano, scarsamente digitalizzato e che oltretutto si trova in uno stato cronica carenza di fondi e personale. Una situazione piuttosto sconfortante, quindi, cui il Governo ha tentato di porre rimedio favorendo la diffusione di nuovi modelli di efficienza in tutto il comparto attraverso un’iniezione di fondi consistente. Alla sanità sono dedicati i due obiettivi della Missione 6 del PNRR, la Missione Salute, che puntano a garantire maggior equità di accesso alle cure attraverso due interventi:
  • Sviluppo dei servizi di telemedicina, delle reti di prossimità e delle strutture intermedie, con una dotazione di circa 7 miliardi di euro.
  • Digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, innovazione e ricerca, con uno stanziamento di 8,63 miliardi di euro.

Le (molte) facce della telemedicina

La capacità di remotizzazione i servizi sanitari è uno dei pilastri del nuovo modello di sanità pubblica definito dal PNRR. Le tecnologie digitali facilitano la deospedalizzazione garantendo la continuità di cura a domicilio, azzerano quindi di fatto le distanze tra medico e paziente migliorando sensibilmente la qualità della vita dei malati cronici. 
La telemedicina è l’area su cui si concentra maggiormente l’interesse dei decisori politici, che hanno convogliato su quest’area circa 1 miliardo di risorse nell’ambito delle assegnazioni del PNRR. Ma cosa è di preciso la telemedicina? Si tratta di una categoria di servizi piuttosto ampia, che secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano fa riferimento a 7 diverse prestazioni: 
  • Telerefertazione: relazione digitale o digitalizzata rilasciata da uno specialista o da un medico. 
  • Televisita: interazione a distanza tra medico e paziente per attività di diagnosi, definizione del percorso terapeutico e controllo. 
  • Teleconsulto: confronto tra diversi medici e specialisti condotto a distanza. 
  • Teleconsulenza: confronto a distanza tra professionisti non medici (osteopati, fisioterapisti…).  
  • Teleassistenza o teleriabilitazione: interazione a distanza tra paziente e professionista (logopedista, fisioterapista, infermiere).
  • Telemonitoraggio: rilevazione a domicilio e trasmissione dei parametri vitali del paziente per scongiurare il pericolo di aggravamento improvviso delle condizioni cliniche.
In epoca di pandemia, il ricorso alla telemedicina è aumentato sensibilmente soprattutto nella componente delle televisite, passate dal 15% al 39% del totale. Secondo gli esperti dell’Osservatorio sarebbe possibile remotizzare almeno 1 visita su 5 per i pazienti cronici, con un risparmio per gli specialisti di circa 66 milioni di ore in spostamenti evitabili. Tra i servizi di telemedicina più utilizzati ci sono attualmente il teleconsulto (praticato dal 47% degli specialisti e dal 39% dei medici generici), il telemonitoraggio (28% di specialisti e 43% di medici generici). Meno diffusi invece la televisita con lo specialista (8%) e la teleriabilitazione (6%).  La maggior diffusione di questi nuovi modelli di assistenza è stata favorita, in particolare, dai progressi compiuti sul fronte delle tecnologie di connettività mobile 5G, Big Data Analytics, Real Time Analytics, intelligenza artificiale, cloud e IoT.  All’evoluzione del contesto tecnologico-digitale è associata a un’evoluzione del profilo normativo, che di fatto oggi assimila televisita, teleconsulto e teleriabilitazione alle corrispondenti prestazioni in presenza anche sotto il profilo dei rimborsi riconosciuti ai fini fiscali.

L’impegno di Vodafone Business per la medicina territoriale

I LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) fanno riferimento alle prestazioni e ai servizi che il Servizio Sanitario Nazionale deve fornire a tutti i cittadini italiani, gratuitamente o a fronte della corresponsione di un ticket. Smart LEA di Vodafone Business mette a disposizione delle aziende sanitarie una piattaforma per la digitalizzazione dei processi gestionali legati ai Livelli Essenziali di Assistenza, la gestione centralizzata delle informazioni sanitarie del paziente e l’erogazione di servizi di teleconsulto, telemonitoraggio e televisita, favorendo la continuità di cura e la presa in carico dei malati cronici. A questa soluzione si affianca oggi anche la Piattaforma di Telemedicina e Telemonitoraggio di Vodafone Business, che permette a enti e aziende sanitarie private di realizzare soluzioni evolute di medicina territoriale coinvolgendo i pazienti nelle campagne di prevenzione delle acuzie. Molti ricoveri di pazienti cronici, infatti, possono essere evitati se si riescono a tenere sotto controllo i parametri vitali del malato nel suo quotidiano. La soluzione Vodafone Business offre al team medico due tipologie di servizi: una piattaforma di arruolamento (onboarding) dei pazienti, che integra anche funzionalità di televisita, e un servizio di telerefertazione e monitoraggio remoto dei parametri fisiologici. Completa l’offerta dedicata alle esigenze dei pazienti domiciliari la soluzione Wearables per la Telemedicina di Vodafone Business per il monitoraggio continuo dei parametri vitali dei malati cronici e post-operatori attraverso indumenti sensorizzati e connessi. Lo stesso pacchetto di servizi permette anche al personale medico di compiere remotamente verifiche diagnostiche come l’Holter 24H o la polisonnografia.
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