Serve un nuovo workplace management
Tutto questo insieme di eventi ha fatto sì che in molte situazioni si sia “disgregato” l’ufficio fisico così come lo avevamo concepito sino al 2020 e che il suo posto sia stato preso da un ufficio virtuale che non deve obbligatoriamente avere una collocazione precisa, ma segue il lavoratore. Questo offre il grande vantaggio di poter lavorare ovunque ci si trovi. Comporta però la necessità per il top management di amministrare in modo differente sia i dipendenti sia gli spazi. Siamo passati da una gestione del lavoro basata sui tempi a una basata sugli obiettivi. In questo scenario l'azienda deve perciò pensare ad aiutare il proprio personale a lavorare in modo più efficiente sia quando opera da remoto, sia quando si deve recare in sede.
Questo hybrid work, mix di lavoro in presenza e di smart working, implica l’adozione di un accurato workplace management che segua approcci gestionali specifici per comprendere le potenziali esigenze dei dipendenti e affrontare le sfide che potrebbero incontrare sul posto di lavoro, garantendo al contempo che i dipendenti stessi abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno per svolgere le proprie attività ovunque si trovino, senza dover ricorrere a logiche organizzative basate sulla “consumerizzazione” o allo “shadow IT”.
Nel new normal insomma, l’hybrid work è destinato a diminuire come portata globale, ma ormai è una solida realtà e non verrà più abbandonato.
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